mercoledì 22 dicembre 2010

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
Per quest'anno ho un po' di cose da chiederti.
Lo so che siamo ormai agli sgoccioli e forse sono un po' in ritardo, ma mi son detto che un signore che viaggia volando su una slitta trainata da renne e in una notte consegna doni in tutto il mondo, ha sicuramente delle doti eccezionali.
Per cominciare ti chiedo il robot della Kitchen Aid, lo sai no che me la tiro da cuoco? Ovviamente rosso!
Poi vorrei un paio di coltelli di ceramica. Non penso se ne possa più fare a meno.
Se ti capita, anche qualche dritta sicura per fare i macarons senza faticare troppo e senza il minimo dubbio sulla riuscita.
Vorrei anche un termometro da forno. E visto che si parla di forno, se riesci mi fai avere il ricambio del timer rotto da anni?
Mi piacerebbe davvero tanto un tagliere in marmo, per temperarci il cioccolato ed impastare.
Ah, ovviamente mi servirebbe anche la soluzione per trovare un posto a tutto ciò.
Poi vorrei il libro "Un giorno a El Bulli" e vorrei andarci a cena prima che chiuda. Se trovi una qualche offerta forfait, ti suggerisco tre ristoranti nei quali vorrei cenare una volta nella vita: El Bulli, Combal Zero, Madonnina del Pescatore.
Vorrei una macchina fotografica nuova, una telecamera HD e il tom tom nuovo, quello con lo schermo più grande ed il touch troppo figo.
Vorrei una borsa nuova del pc, che da me son barboni e non te la danno con il portatile. E son stufo di andare in giro con la borsa più piccola pc e faticare sempre a chiuderla dopo aver provato mille incastri tipo tetris.
Poi, visto che sono generoso, vorrei che tu regalassi un bel orologio a chi lavora in trenitalia, in modo che possano usarlo per far andare i treni in orario.
Se ti ricordi regali loro anche qualche bel prodotto per darci una lavata seria ai loro treni?
Regala anche uno scompartimento privato dove infilarci tutta la gente che urla e parla dei fatti propri come se interessassero a tutti. Se parti da qualcuno ti consiglio la tizia in piedi davanti a me, che ci dice di andare per i 42 e aggiungi, per non farla sentire sola, quelli seduti che le stanno dando corda, che da mezz'ora parlano di ospedali e disgrazie e lei ci racconta che a dicembre ha perso un amico in moto e quasi si vanta del fatto che ne hanno anche parlato in tv!
Per andare avanti con la lista, vorrei anche le gomme nuove per la mia bici e una pompa semiseria per gonfiarle quando serve. Mi piacerebbe tanto anche il caschetto nuovo. Magari con qualcosa che ricordi il Pirata Pantani.
Per favore, regala l'ispirazione a Guccini e Vecchioni perché quest'anno facciano ognuno un nuovo album, ma all'altezza delle mie aspettative, che sono altissime!
Poi concludo ma vorrei anche qualche libro di ricette di cucina "creativa".
Ovviamente a tutto cio' aggiungi tanto amore per tutti e la pace nel mondo!

P.s. ma solo se hai tempo: lo regali un gradino rotto a Berlusconi mentre scende le scale?

Ciao Babbo, con affetto Paolino
E... Buon Natale anche a te!

martedì 23 novembre 2010

Ancora sulla Chiesa

Leggo da repubblica la seguente dichiarazione di Benedetto XVI sull'omosessualità:
"Se qualcuno presenta delle tendenza radicate omosessuali profondamente radicate - ed oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza - se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove".
Di nuovo mi viene da pensare che abbia perso un'altra occasione per starsene zitto.
Ma come diavolo si può, ancora oggi, nel duemila, sostenere credendoci (ma ci crede davvero poi?) che l'omosessualità possa essere congenita oppure (e qui parafraso) si possa prendere nei primi anni di vita?
Insomma, ma come diavolo si può, ancora, parlare di omosessualità come fosse una malattia?

Io non accetto che un'istituzione con così tanto seguito e con una possibilità enorme di esprimere le proprie idee, sia autorizzata a dire cose palesemente inesatte!

Ognuno ha maggiore responsabilità tanto maggiore è la propria possibilità di farsi sentire o vedere.
Così come un calciatore di serie A quando gioca a pallone non può comportarsi come mi comportavo io durante i tornei scolastici, o così come un capo di Stato in conferenza stampa o davanti alle telecamere non può lasciarsi andare ad uscite informali e scherzose come potrei fare io in pizzeria.
Accidenti, ma se siete li, possibile che questa responsabilità non la sentiate?
E possibile, che non insorga a contestarvi una controparte con altrettante possibilità di farsi ascoltare?

Ancora una volta voglio urlare "Grazie a dio sono Ateo" contestando in toto la religione stessa che si è (s)venduta ad un'istituzione, la Chiesa, che mortifica la religione stessa e, dovrebbe, anche tutti coloro che ad un Dio credono.

domenica 21 novembre 2010

Pane e Salame

"La c'è scritto Patria e Onore, mica Pane e Salame" così ci gridava l'aspirante guardiamarina Pietro Marra ai tempi del servizio militare i cui primi 70 giorni li ho fatti in Accademia a Livorno.
Non si è mai capito bene quale fosse il senso di questa frase... In genere ce lo urlava quando facevamo qualcosa di sbagliato, oppure non eravamo troppo marziali o ancora quando si sbagliava a marciare.
Oggi quindi vorrei fare una riflessione sulla Patria o meglio sull'amore per la Patria.
Non ho mai avuto un grande senso patriottico, questo va detto, così come non mi sento attaccato ad una città in particolare.
Credo che la tua casa sia laddove hai le persone care e laddove sei felice. Il campanilismo non fa per me.
Sapete cosa vi dico? Esagero!
Io sono convinto che il senso di appartenenza ad un luogo, città o stato possa a volte trasformarsi in paura e quindi odio per chi a questo luogo non appartiene o magari vuole appartenere. E questo io lo chiamo razzismo. La Lega trova la sua forza stuzzicando il senso di appartenenza al nord di molte persone e alla paura che queste stesse persone hanno di vedersi rubato questo loro nord. Ma se ci pensiamo, che diavolo è il nord?
Il valore della patria lo associo alla guerra. Guerra in nome della patria o guerra per difendere la patria, ma sempre di guerra si parla.
Sentirsi attaccati ad una bandiera nasconde l'insicurezza e la paura dell'uomo di fronte al più forte o allo sconosciuto e la necessità di formare un gruppo e sentirsi più forte.
'Notte.

domenica 14 novembre 2010

Pere e Cioccolato

Siete in tanti a chiedermi come nasca un dolce.
A questa domanda amo sempre ricordare un discorso che il grande Fabrizio De André mi fece quando io, in una sera di luglio in Sardegna, chiesi a lui qualcosa di simile.
"Fabri" dissi, "ma com'è che nascono le tue canzoni, le storie che racconti...".
"Vedi Paolino" mi rispose con quella voce bassa e calda che avresti riconosciuto anche in mezzo ad una piazza "io penso che le storie narrate, i quadri, le sculture e qualsiasi manifestazione dell'arte umana nascano insieme a chi da loro forma e realtà. Colui che da forma all'arte non deve far altro che guardarsi dentro e raccontarla utilizzando le proprie doti".
"Ma quindi" chiesi ancora io, "l'artista ha solo più fortuna di altri nel momento in cui guardandosi dentro scopre qualcosa?"
"Eh no Paolino, l'artista, a differenza di altri ha la dote di saper esprimere quello che ognuno ha dentro."
E il cucchiaino sprofondò nella lucida glassa che ricopriva, quasi a proteggerla, la cioccolata montata con l'acqua di pera; attraversò il morbido cuore di pera caramellata. Si fermò un attimo a contatto del biscotto alla nocciola, per poi proseguire spezzandolo. Quando Fabrizio si portò alla bocca il primo boccone, attese qualche istante affinché il sapore avvolgesse il suo palato ed infine esclamò un semplice "Belin!".

Eccovi, quindi, la ricetta del dolce Pere e Cioccolato.
Come si può vedere dalla foto che segue, il dolce è composto da un cuore di pera, dentro una mousse al cioccolato ricoperta di glassa lucida. Il tutto posato su un biscotto alla nocciola.


Cioccolato Chantilly all'acqua di pera
Ingredienti:
110 gr cioccolato fondente al 70%
115 gr acqua di pere
Per l'acqua di pere: centrifugare 3 pere dolci e succose e pesare il liquido ottenuto. Mettere ad idratare in acqua fredda della colla di pesce in peso pari al 5% del succo di pera. Prendere una piccola parte del liquido, scaldarla al microonde quindi aggiungervi la colla di pesce e farla sciogliere bene. Unire al resto del succo, versare in un contenitore di plastica e mettere in freezer per tutta la notte. La mattina dopo, toglier il blocco congelato, posarlo su un colino a maglia fine e riporre in frigorifero posato su un contenitore che raccolga il liquido che colerà. Dopo una giornata (per questa preparazione non so dare i tempi precisi, ma dovete mettere in preventivo almeno una giornata ed una notte) nel recipiente avrete del liquido molto chiaro e trasparente senza aver perso né il profumo né il gusto della pera.
Questo metodo di filtraggio - scoperto leggendo Pentole e Provette di Hervé This e navigando sul Blog di Dario Bressanini - si può applicare, nello stesso modo, su qualsiasi polpa di frutta o verdura.
Una volta ottenuta l'acqua si pera, pesarla ed eventualmente diluirla con dell'acqua per raggiungere la quantità indicata nella ricetta.

Per montare il cioccolato (ispirato al libro e al blog suddetti): far sciogliere in una bacinella, a bagnomaria il cioccolato fondente. Aggiungere l'acqua di pera ed emulsionare bene con una spatola di gomma. Lasciare riposare alcuni istanti, quindi posare la bacinella in un contenitore più grande riempito di acqua e ghiaccio. Montare con le fruste fino ad avere la consistenza della panna montata.

Purea di pere caramellate
Ingredienti:
1 pera
40 gr di zucchero di canna
1 goccio di grappa alla pera
1 goccio di essenza di vaniglia
1 gr di colla di pesce

Far caramellare lo zucchero. Aggiungere, fuori dal fuoco, la grappa e l'essenza di vaniglia (fatta così) quindi aggiungere la pera tagliata a cubetti.
Far caramellare finché lo zucchero non sia nuovamente ben sciolto quindi frullare con il minipimer ed aggiungere la colla di pesce precedentemente idratata.
Versare negli stampini e mettere a congelare.

Pasta frolla alla nocciola
Ingredienti:
100 gr di nocciole
100 gr di zucchero
40 gr di tuorlo d'uovo
125 gr di burro
150 gr farina integrale
Mettere le nocciole nel congelatore per un paio d'ore. Quindi frullarle con lo zucchero, cercando di frullare il tempo necessario e non troppo per evitare di scaldare le nocciole e far loro perdere il grasso.
Versare in una ciotola e con le mani verificare la presenza di pezzi troppo grossi di nocciola (nel caso toglierli e frullarli velocemente),
Unire alla farina integrale, formare una fontana, nel centro versare le uova e il burro tagliato a pezzettini ed impastare come per la pasta frolla.
Riporre in frigo a riposare per un paio d'ore.
Stendere ad uno spessore di mezzo centimetro, tagliare della forma che si adatti al dolce, posare su carta forno e mettere in frigo per una mezz'ora.
Cuocere in forno preriscaldato a 160° per 15 minuti circa (controllare la colorazione).
Appena sfornati questi biscotti sono molto fragili, vano fatti raffreddare e quindi staccati dalla carta forno. in ogni caso sono biscotti delicati e folto friabili.

Glassa lucida
Ingredienti:
35 gr di acqua (acqua di pera se ne avanza o un mix)
30 gr di panna
45 gr di zucchero
15 gr di cacao
1,5 gr colla di pesce
Portare a bollore tutti gli ingredienti (facendo attenzione a non far formare grumi con il cacao che quindi verserete un po' per volta setacciandolo) e far raggiungere in 105°.
Togliere dal fuoco e far raffreddare fino ai 60°, quindi aggiungere la colla di pesce reidratata.
Utilizzare quando ha una temperatura intorno ai 40°.
Questa glassa può essere preparata in anticipo e conservata in frigo o in freezer. Quando si vuole usare la si fa sciogliere a bagnomaria e la si utilizza quando a 40° (questo per evitare di sciogliere il dolce sul quale la si cola)

Composizione del dolce
Io ho scelto degli stampi a semisfera ma, va da sé, potete utilizzare qualsiasi altra forma. Azzarderei addirittura un montaggio in un bicchiere evitando il congelamento - necessario se si usano gli stampi - mettendo il biscotto sulla base del bicchiere appena sopra un leggero strato di cioccolato montato e coprendo con la glassa dopo aver lasciato il tutto in frigo a rassodare.
Nel caso degli stampi in silicone: versare un po' di cioccolato montato, posare la purea di pere congelata, quindi ricoprire bene con il resto del cioccolato. Chiudere con il biscotto e mettere in congelatore per almeno 6 ore.
Quando il tutto è ben congelato, togliere dagli stampi, posare la base del dolce su un sostegno (io ho usato un bicchierino da grappa di quelli stretti e alti) a sua volta posato su un piatto per raccogliere la glassa che colerà e, appunto, colavi sopra la glassa coprendo bene il tutto.
Posare sul piatto e tenere in frigo per almeno 2 ore prima di consumare.

Ciao a tutti e... Buon appetito!

giovedì 11 novembre 2010

Storia di un dolce nato male...

... o quantomeno con difficoltà.

Qualche tempo fa mi è venuta l'idea di un dolce pere e cioccolato che voglio "regalare" al mio Amore che adora l'accoppiata pere e cioccolato.
Aggiungo che il suddetto mio Amore, torinese di Torino, ama le nocciole e completo notando che l'accoppiata cioccolato e nocciole e' infallibile. A questo punto il dolce si posa su una frolla alle nocciole e poi (ed era il pretesto iniziale) provo finalmente la glassa lucida (ricordate il buon proposito delle ricette da provare?).
Il dolce quindi è:
Cioccolato chantilly (di nuovo!) alla pera, con cuore di pera carammelata. Un biscotto alla nocciola e la glassa lucida a coprire tutto.
Decido di farlo per noi due e poi mi trovo a doverlo fare per 5 persone a causa di un improvviso cambio di programma.
Mi cimenteri in una torta, ma la mancanza dell'attrezzatura giusta - mi servono assolutamente o due stampi in silicone rotondi, larghi lisci, a 90 gradi oppure un anello e uno stampo come sopra più piccolo per gli inserti! Volete provvedere voi? - mi fa optare per 5 monoporzione. Mi pianifico di montare il dolce il sabato mattina, per avere il tempo di congelarlo per poi toglierlo dal frigo e glassarlo la sera stessa e consumarlo la domenica a pranzo.
Vado a ritroso e devo iniziare a fare la frolla e gli inserti la sera stessa (il venerdì). Devo quindi affidarmi alla Vale per l'acquisto delle materie prime e per una "preparazione preliminare". Va tenuto presente che la Vale sulla spesa sta attenta al centesimo manco fosse lei la genovese.
Da subito sono inflessibile sul cioccolato. Visto che devo montarlo "molecolarmente" non transigo. 70% di cacao, "Quello li che ho già provato!"
Sul resto non calco la mano, ma si tratta di pere (dolci e succose) e nocciole per la frolla (poi burro e uova).
Cominciamo con le pere: mi dice che era li che le sceglieva e le 6 pere che le avevo chiesto costavano tot e che per neanche 2 euro ha trovato questa cassetta intera! Ne assaggio una a fine cena, come frutta, e vi assicuro che erano una cosa allucinante. Acerbe? Magari! Insomma non sapevano assolutamente di nulla!
Non mi scoraggio, decido di zuccherarle un po' di più.
La preparazione preliminare alla quale ho accennato all'inizio, era il succo di pere (frullate e filtrate) al quale aggiungere mezzo grammo di colla di pesce e poi congelare il tutto (per super filtrare la pera). Le chiedo di farlo nel primo pomeriggio cosi la sera sarebbe stato congelato e lo avrei messo a filtrare tutta la notte per usarlo la mattina seguente per montare il cioccolato. Mi chiama alle 6 che stava per farlo (già dispero sul trovarlo congelato ad un'ora decente!). Mi chiede "Quanto e' mezzo grammo di colla di pesce?" Le rispondo un quarto di foglio. Insomma, non me ne accorgo subito, ma quando mi serve della colla di pesce per addensare l'inserto di purea di pera le chiedo candidamente "Scusa amore mio, dove e' il resto del foglio di gelatina?" "Il resto?" "Si tesoro, il resto... Quasi un foglio intero" Capiamo l'arcano! Si e' sbagliata! Ne ha usato 3/4 e, peraltro, ha buttato via il rimanente! Puttanazza Eva penso. Dubito quindi che il filtro molecolare funzioni (troppa gelatina) e nel frattempo rovisto e trovo dell'agar agar per addensare leggermente la purea! Ci credo ancora. E' il momento della frolla alle nocciole.
"Ah", mi dice il mio amore, "ti ho preso direttamente la granella di nocciole, che costava molto meno e poi la devi tritare no?". Si, la devo tritare e penso che vada bene così. Prendo il sacchetto di granella di nocciole e - stupido che sono! - mi aspetto di vedere delle nocciole tritate. L'aspetto è invece un po' diverso da come me lo immagino, leggo la composizione e scopro che si tratta di 'riso soffiato, zucchero, olio vegetale, altre cose e poi un 2% di pasta di nocciole'!
Ok! Abbandono l'idea della frolla alle nocciole e mi converto in frolla con farina integrale!
Perche' io ci credo!
Non incontro altri intoppi.
Finisco tutto a mezzanotte e mezza e prima di andare a dormire metto a filtrare il succo di pera, che non è del tutto congelato, ma è decisamente rassodato per via della gelatina. Mi addormento convinto che la mattina dopo avrei trovato una grande gelatina alla pera e niente "acqua"!
E invece il filtro ha funzionato comunque; di acqua ne ottengo 40 grammi contro i 230 necessari, quindi diluisco con acqua e zucchero un succo che già di pera sapeva poco (ricordate la cassetta di pere a meno di 2 euro?).
Insomma, riesco a completare sabato mattina i 5 dolci, la sera sono congelati e posso glassarli per poi lasciarli in frigo. La domenica a pranzo la consistenza è perfetta. Il gusto è discreto.
Insomma, i commensali gradiscono, ma la pera è praticamente inesistente!
Visto che io sono uno che ci crede, questo week end ci riprovo, ma questa volta le pere le scelgo io!
;)

domenica 31 ottobre 2010

Aglio olio e peperoncino



Sono decisamente fiero ed orgoglioso di questo dolce...
Da quando ho sentito parlare di gelato all'olio d'oliva, ha cominciato a frullarmi per la testa l'idea di un dolce che lo utilizzasse e l'abbinamento con l'aglio e il peperoncino è stato il primo pensiero.
Il peperoncino era la cosa più facile, ma l'aglio...
Ho pensato prima di candirlo. Ci ho provato con risultato discreto ma niente di che. Alla fine mi è venuta l'illuminazione. A pranzo in un bel ristorante torinese (Fra Friusch) il dolce che proponevano era "Cioccolato, sale, caramello e olio"! L'olio era semplicemente olio d'oliva che circondava il dolce al cioccolato. Innanzitutto ho avuto la conferma che l'associazione cioccolato fondente e olio è azzeccata, e poi, il caramello... Beh, ecco dove mettere l'aglio!
Da qui l'idea finale che vedete nella foto.
- Ganache al cioccolato e peperoncino
- Caramello all'aglio
- Gelato all'olio d'oliva

Di seguito la ricetta con le dosi per sei persone.

Ganache al cioccolato
96 gr panna
100 gr cioccolato fondente al 70%
73 gr panna montata
peperoncino qb
La sera prima mettere il peperoncino (io ho usato 3 piccoli peperoncini secchi spezzettati) in infusione nella panna. Coprire con la pellicola e tenere in frigorifero per tutta la notte (io l'ho usata la sera seguente). portare a bollore la panna con il peperoncino, quindi, filtrando, versare sul cioccolato spezzettato. Far sciogliere bene e far raffreddare. Quando la temperatura è sui 35/40° aggiungere la panna montata. Versare negli stampini e mettere in freezer.

Caramello all'aglio
50 gr zucchero semolato
120 gr panna
1 spicchio di aglio
La sera prima mettere l'aglio in infusione nella panna. Coprire con la pellicola e tenere in frigorifero per tutta la notte. Caramellare lo zucchero quindi, togliendo dal fuoco, aggiungere poco alla volta la panna portata a bollore e filtrata. Mescolare bene per far sciogliere lo zucchero.

Gelato all'olio d'oliva
130 gr yougurt magro
20 gr panna
60 gr olio d'oliva
90 gr sciroppo di zucchero a 32Bé
Per lo sciroppo: sciogliere 130 gr di zucchero in 100 gr di acqua quindi utilizzare il quantitativo necessario di sciroppo.
In un contenitore versare tutti gli ingredienti quindi emulsionare bene con il minipimer. Versare nella gelatiera.

Montare il piatto come nella foto posando un po' di sale sopra la ganache al cioccolato.

Ciao!

venerdì 15 ottobre 2010

Un nuovo look

Alla fine ci sono cascato anche io!
Nuovo look per il mio Blog...
Nessuna grande novità: tolte le foto da Flickr che non aggiorno da un anno o due, tolto qualche contatore di presenze.
Aggiunta la sezione i "Vostri post preferiti" e aggiunta la possibilità di dire qualcosa sul post con un solo click (Reazioni).
Vi piace?
Scrivetemelo
Non vi piace?
Lo saprò accettare. Voi intanto clickate su "Potevi evitartelo" :(

Ciao.

giovedì 14 ottobre 2010

Ricette da provare

Oggi, come tanti blogger gastronomici, ho creato il famigerato files delle "Ricette da provare".
Ho iniziato appuntando una ricetta della crema catalana.
Chissà se questo elenco crescerà (probabile) ma soprattutto se alcune ricette diventeranno "provate"? Beh, questo è già più difficile ma vedremo.
Facciamo così: mi pongo un limite. E il limite è questo: l'elenco delle ricette da provare non deve superare la quindicina, e questo significa che arrivati a 15 una deve essere tradotta in realtà e pubblicata sul blog.
Citerò ovviamente la fonte dalla quale sono partito e, spero, ci metterò del mio.
Vedremo...

Ah, ci sta pure che tra qualche mese cancelli questo post per il più classico dei "nulla di fatto".

Ciao.

venerdì 8 ottobre 2010

La Iena

Sul treno che prendo tutte le mettine e passa ad Arenzano alle 7 e 46, a Voltri salgono due signore la più anziana delle quale è detta la Iena.
La Iena avrà sui 65 anni - anno più anno meno - e la sua amica direi sui 40 / 45 mal portati.
Sono amiche, non parenti ma si assomigliano. Quella somiglianza che è propria del cane e del suo padrone. Non so se rendo.
L'amica della Iena ha i capelli neri, sempre sporchi e spettinati. Si mangia le dita con una rabbia cruenta. La Iena porta capelli tinti color oro, ha gli occhiali e una smorfia costantemente incazzata!
La Iena conosce tutti i viaggiatori di questo treno e di ognuno conosce la fermata alla quale scenderà. Appena sale sul treno attiva il radar. Controlla tutti i posti occupati, adocchia i primi che scenderanno e vi si sistema in piedi vicino. Non sbaglia un colpo. Le volte in cui a Voltri resta in piedi, ci sta per una sola fermata. A Sestri è sempre già seduta.
Anche stamattina, che ho deciso di scrivere di lei, si è appena seduta, e siamo a Sestri.

giovedì 7 ottobre 2010

Rumori

Il bimbo che gioca al giochino che emette la stessa musica da 20 minuti.
Il tizio che riceve una telefonata ogni minuto e a tutti urla in quale stazione sia ora e quanto sia lento il treno.
Il drin "old style" di qualsiasi cellulare.
Lo sbuffo della porta del vagone che si apre e si chiude ogni secondo.
La tizia che non ha tolto il tono dei tasti e scrive sms a nastro.
Il click dei tasti del mio cellulare mentre scrivo.
Il suono delle batterie che si scaricano.
Il segnale di nuovi messaggi ogni istante.
I discorsi vuoti della gente.
Il cigolio del treno.
La cerniera di una borsa che si chiude.
Il fischio dei freni arrivando in stazione!

domenica 3 ottobre 2010

Cioccolato Grand Marnier e Cannella




Dopo mesi, forse anni, eccomi di nuovo con una ricetta.
Di "mio" in questa preparazione c'è fondamentalmente la combinazione dei sapori e la personalizzazione di ricette di pasticceri che fanno questo lavoro di professione.
Il dolce è così composto:
- Frolla alla cannella
- Cioccolato chantilly al grand marnier
- Bavarese alla cannella

Eccovi le preparazioni.

Per la frolla (ispirato da Peccati di Gola di Luca Montersino)
250 gr farina 00
150 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
40 gr di tuorli
mezzo grammo di sale
10 gr di cannella

Disporre la farina a fontana. Al centro mettere i tuorli, lo zucchero a velo, il burro a pezzettini e a temperatura ambiente, il sale e la cannella. Cominciare ad impastare con la punta delle dita, poi con la mano fino ad avere una consistenza compatta. Avvolgere con pellicola e lasciare riposare in frigo almeno 30 minuti.
Togliere dal frigo, stendere ad uno spessore di 5 millimetri circa e foderare una tortiera precedentemente imburrata ed infarinata. Rifinire il bordo con una rotella tagliapasta, bucherellare la base con la fochetta e mettere in frigo per almeno un'ora (andrebbe bene anche metterla in freezer e infornarla da surgelata).
Cuocere a forno statico a 180° per 15 minuti (controllare comunque la colorazione).
Far raffreddare e mettere in congelatore.

Per la bavarese alla cannella (ispirato da I dolci di Maurizio Santin di Maurizio Santin)
100 gr panna liquida
200 gr latte intero
4 tuorli
30 gr di zucchero semolato
6 gr colla di pesce
15 gr cannella in stecche
250 gr panna montata

La sera prima mettere le stecche di cannella in infusione nella panna liquida e nel latte. Coprire con pellicola e lasciare in frigorifero una notte o anche un giorno intero (più sta e più il liquido prende l'aroma. L'infusione a freddo si può utilizzare con qualsisi tipo di spezia o di sapore. Si sostituisce alla bollitura del liquidi con il sapore e i risultati sono decisamente più intensi).
Il giorno dopo rompere i tuorli, aggiungere lo zucchero e mescolare leggermente con la frusta.
Far scaldare il latte e panna, quando caldo colare sui tuorli filtrando.
Mescolare con la spatola, porre tutto sul fuoco continuando a mescolare con la spatola fino a 82° (preparazione di una salsa inglese). Togliere dal fuoco e versarvi dentro la colla di pesce ben strizzata e precedentemente messa ad idratare per 5 minuti in acqua fredda.
Mescolare per far sciogliere ed amalgamare. Coprire con pellicola a contatto e far raffreddare.
Quando fredda (intorno ai 30°) unire la panna montata (la montatura non deve essere molto compatta) aggiungendo prima un po' di panna nella crema ed emulsionando bene, quindi versando il liquido nella panna restante e mescolando delicatamente con la spatola dal basso verso l'alto.
Versare in uno stampo (io ho usato uno stampo di alluminio rotondo di 20cm di diametro) preferibilmente in silicone e mettere in congelatore.

Per il cioccolato chantilly al Grand Marnier (ispirato da Pentole e Provette di Hervé This e il blog Scienza in Cucina di Dario Bressanini).
100 gr di cioccolato fondente al 70%
65 gr di Grand Marnier
50 gr di acqua

Far sciogliere il cioccolato a bagnomaria.
Quando è sciolto aggiungere acqua e Grand Marniere ed emulsionare bene con una spatola.
Quando il tutto è bello omogeneo e si è leggermente raffreddato (siamo comunque intorno ai 30°) versare il tutto in una ciotola di alluminio messa in un bagno di acqua e ghiaccio.
Montare con la frusta elettrica per un paio di minuti fino a che non si ottiene un composto montato, molto simile alla panna montata e che si può definire una mousse al cioccolato aromatizzata al Grand Marnier.
Versare nella frolla cotta e congelata, livellare con una spatola e porre nuovamente il tutto in freezer.

Composizione del dolce:
Sformare la bavarese e posizionarla sopra la frolla riempita di cioccolato. Mettere il tutto nel piatto di portata e mettere in frigorifero per almeno 6 ore.

Per le decorazioni ho spoverato la bavarese ancora congelata e prima di posarla sulla base della torta, coprendola con una striscia di acetato per lasciare la parte centrale pulita.
Le scaglie di cioccolato le ho fatte temperando del cioccolato fondente e aggiungendo della cannella in polvere durante il temperaggio. L'ho quindi versato su un foglio di silicole, reso sottile con l'aiuto di una spatola e mentre stava indurendo l'ho inciso con un coltello per riuscire a spezzarlo in maniera più o meno regolare quando solidificato.

Cioccolato Chantilly
Il fascino di questa preparazione mi ha colpito da quando qualche anno fa lessi appunto il libro "Pentole e Provette" di Hervé This, un chimico francese. L'idea alla base è quella di montare il cioccolato con la sola aggiunta di acqua ottenendo quindi una mousse di puro cioccolato, chiamata appunto cioccolato chantilly dal momento che in francia la panna montata si chiama panna chantilly.
Dopo diversi tentativi fallimentari effettuati con cioccolato al latte e bianco, mi sono finalmente cimentato con il cioccolato fondente. Il risultato è stato ottimo e raggiunto con estrema facilità.
Vi rimando al blog di Dario Bressanini (o alla lettura del libro) per la spiegazione chimica del procedimento.
Sappiate comunque che per montare 100 gr di cioccolato fondente al 70% sono necessari 115 gr di liquido. Nel mio caso ho aggiunto acqua e Grand Marnier, ma l'esperimento verrà sicuramente riproposto sostituendo polpa di fragola, di lampone o di qualsiasi frutto che si abbini bene al cioccolato passata al colino e diluita con l'acqua per ottenere una miscela liquida.

Vi saluto e vi abbraccio.

Paolino.

martedì 28 settembre 2010

Punti di vista

Un tizio attraversa la strada con il rosso passando davanti ad un autobus in coda. Le macchine davanti partono e l'autista del bus suona al pedone.
Il tipo parte ad inveire contro l'autista. La tipa che e' con lui rincara la dose: "Non ha nemmeno macchine dietro!" dice. Aggiunge poi, a spiegare la sua posizione che non ha macchine dietro che potrebbero mettergli fretta
Insomma, "lo stronzo" cosa suona e che fretta ha?
Mi e' venuto da chiedere a questa splendida coppia: "Ma voi che attraversate con il rosso, che fretta avete? Stronzi!"

martedì 14 settembre 2010

Comandamenti

Mi sono soffermato a riflettere su quanto sia educativo o meno l'insegnamento cattolico.
La riflessione è cominciata (e subito terminata) dai 10 comandamenti.
Uno degli ultimi recita "Non desiderare la donna d'altri".
Ho così pensato che se una persona tradisce la propria compagna con una donna anch'essa impegnata, commette un peccato mortale.
Se il tradimento avviene con una single, non si commette peccato.
Sono andato a leggermi un pò di storia dei comandamenti e ho letto che in origine uno di essi recitava "Non commettere adulterio" ma è poi stato rivisto in "Non commettere atti impuri".
La cosa mi ha fatto sorridere.
Nel tramandare i comandamenti, nel volerli o doverli adattare ai tempi che passano o anche solo per farli imparare a memoria, è stato deciso di puntare più sugli atti impuri che sull'adulterio. Perché?
Non so dirlo. Forse piaceva l'idea che ormai fossero 10 e di fronte alla scelta si è deciso fosse più conveniente frenare la masturbazione e il sesso in generale piuttosto che il tradimento. Fatto sta che in questa forma il catechismo punta più sul rispetto della proprietà privata (sia essa di persona od oggetto) che sul rispetto della persona.
Bell'insegnamento eh?

mercoledì 8 settembre 2010

U.S.A.

Nutro una pregiudiziale antipatia nei confronti dell'America.
E' un'antipatia politica, ideologica, pregiudiziale (già detto), insensata, se vogliamo sbagliata, fatto sta che con tutti i posti che ci sono da vedere al mondo, prima di andare a dare dei soldi agli americani... Mi son sempre detto così, poi si sa come vanno le cose e chi comanda in casa e quindi, immancabilmente, quest'estate è arrivato il più classico dei viaggi negli Stati Uniti occidentali.
Los Angeles, San Francisco e varii parchi.
Ho visto posti onestamente spettacolari, unici e che non vedere è sicuramente un peccato.
Ho avuto modo di assaporare un popolo "strano".
In America non sanno mangiare, non c'è santo e non c'è altra verità. Non è possibile mangiare bene.
Deformazione mentale dovuta alla recente dieta? Può essere, ma gli americani hanno un concetto tutto loro del cibo e del gusto.
La stranezza però sta nel carattere di queste persone.
Gentili e ospitali e non lo si può negare. Rigorosi e ottusi nel rispetto delle regole, altrettanto vero.
Tutti incolonnati sulle freeways a rispettare i limiti di velocità decisamente più bassi che da noi.
Però se sei in una corsia, ci sia uno che ti faccia andare nell'altra... Si va lì, si va. Dovevi saperlo prima che avresti dovuto girare! Adesso io sono qui e vado alla mia velocità e son fatti tuoi!
Ci sono le code? E tutti stanno in fila rigorosi... Seguire le regole! Sempre che non arrivino i soliti italiani a fare casino e allora si irrigidiscono. Perché se gli manca la sicurezza del rispetto della regola allora diventano duri e guardandoti male ti riprendono e ti rimettono in riga. Come la tizia che portava a spasso il cane in Alamo Square che vedendomi far fare pipì a Greta sul bordo del sentiero mi ha detto severa "Restrooms are there!". Come se lei il cane lo portasse a pisciare nella restroom (P.S.: sul perché Greta pisciasse sul bordo della strada magari ne parliamo un'altra volta).

See you guys!

venerdì 13 agosto 2010

E se io latito, latito

Mica faccio un illecito!

E' vero, questo blog ristagna ed io latito.
Perché? Mi chiedevo stamattina prima di prendermi una ramata d'acqua sulla testa...
Per pigrizia! Sì, sicuramente per pigrizia.
Gli altri motivi, tra cui il gettonatissimo "perché non so cosa scrivere" li ho scartati per convenienza.
Visto che un blog è poco più di un diario, non si può parlare di Ispirazione necessaria a scrivere un post. E visto che i post spesso sono poco più che pensieri... beh, dire che non so cosa scrivere vorrebbe dire che non ho pensieri per la testa... E questo, permettetemi, non lo posso accettare.
Quindi, per convenienza, mi dichiaro pigro... Che è sì un peccato mortale, ma fosse solo per questo che mi son guadagnato l'inferno...

Sempre stamattina pensavo alla mia "amica" Vero... Pensate: io la leggevo sul Vernacoliere, mensile al quale sono abbonato da anni e anni e ancora anni, e poi una volta me la trovo ai bagni Italia alla partita di pallanuoto del martedì! Da lì l'amicizia tra virgolette...
Comunque pensavo alla Vero che invece di blog ne ha addirittura due (Vero, se mi leggi sappi che ho scoperto solo la settimana scorsa del tuo secondo blog) e li tiene aggiornati ed ogni volta che vado su verosimile.blogspot.com e vedo un nuovo post, me lo divoro e mi piace sempre.
Senza offesa, ma non è che scriva saggi di letteratura o chè, ma racconta di sé stessa - certo lo fa bene - niente di più.
E visto che anche io ho la presunzione di essere una persona almeno interessante faccio qui, oggi, adesso, il giorno venerdì 13 del mese di agosto dell'anno del signore 2010, il buon proposito di tornare dalle vacanze con meno pigrizia e più pensieri scritti.

E con questo vi saluto, vi auguro buone vacanze e vi mando un bacio enorme.

Bye bye Paolino.

giovedì 8 luglio 2010

Sarà per aver quindici anni in meno...

... e avere tutto per possibilità.
Così cantava un Guccini poco più giovane di me adesso.
L'età avanza. Non è tanto una questione di consapevolezza, quanto di saperlo accettare.
Insomma, so di avere una certa età anagrafica ma, ragazzi, dentro mi sento ancora un ragazzetto.
Questo sono certo lo pensi ogni persona al mondo...
Eppure io mi guardo allo specchio e vedo sempre il ragazzo che ero (ecco qui, non ho scritto che sono!).
Ma:
- la mattina quando mi sveglio ho un forte dolore ai talloni. Roba da dover ruotare le caviglie un po' di volte prima di alzarmi e posarmi sui piedi.
- ci sono giorni in cui la schiena sopra la scapola destra mi brucia per via (amo pensare) di quello stiramento che mi feci anni e anni fa al mare tenendo il Lollo sulle spalle facendo la battaglia in acqua
- ho un continuo male alla coscia / chiappa sinistra che mentre cammino mi tortura
- sempre camminando (direi novità degli ultimi giorni) ho male alla pianta del piede destro (colpa delle scarpe mi dico)
- alle sette di mattina sono quasi sempre sveglio
- se mangio troppo pesante fatico ad addormentarmi

C'è il rischio che sia davvero vicino al mezzo del cammin di nostra vita

venerdì 4 giugno 2010

Incontri

Oggi in treno ho incontrato la sorella di una mia compagna delle elementari. Non la vedevo da qualcosa come 25-30 anni.
Ho scoperto che ha 40 anni e che e' nata a marzo (il mese di mia figlia!). Mi ha stupito constatare che ha un solo anno di differenza da sua sorella (quella che veniva alle elementari con me per intenderci).
Ho scoperto che e' single, ma non per scelta. Le circostanze, gli uomini che ha conosciuto, l'hanno costretta a questo "stato civile". Ha sempre (spesso modero io) conosciuto uomini separati con figli. Ho capito pero' che vorrebbe una famiglia.
Ho scoperto che sta nascendo qualcosa con un tipo. Che non e' ne' sposato ne' ha figli. Che a breve si incontreranno per un appuntamento. Che la cosa poteva sbocciare tempo fa, perche' lei lo aveva gia notato tempo fa, ma le era sembrato di notare una fede al dito. Evidentemente si era sbagliata. No, non ricordava quando avesse notato questa cosa, ma aveva questo ricordo.

Certo che i telefoni cellulari hanno proprio cambiato la vita della gente!

sabato 10 aprile 2010

Economia domestica

Dopo più di un mese, 4 chili in meno e tanta voglia di dolci e alcool in più, rieccomi qui.
A condividere, con i pochissimi che ormai continuano a seguirmi, una riflessione fresca fresca.
Quante volte capita, credo a chiunque, di accorgersi la mattina, proprio quando si vuole fare colazione, che il latte è finito? Che nel cartone da litro è rimasta l'ultima goccia che forse non riesce nemmeno a macchiare il caffè?
A chi non è successo di star cenando, avere sete, alzarsi per andare a prendere l'acqua nello stanzino (o sgabuzzino che dir si voglia) e scoprire che l'acqua è finita?
Quante volte ci accorgiamo di aver finito le uova proprio quando, affamati e stanchi, stiamo per prepararci la frittata di cipolle, meritato premio dopo una giornata di lavoro? O magari di non avere cipolle "Che pure ero sicuro fossero lì, ma proprio lì vicino all'aglio...". E magari non avere neppure l'aglio per du' spaghi aio oio e peperoncino?
Insomma, a me è capitato più di una volta, e alzi la mano chi non si è mai imbattuto in questa falla della gestione scorte casalinghe.
Ma, perché c'è sempre un ma, una cosa non mi è mai capitata. E qui cerco un confronto con tutti (???) voi.
La carta igienica!
Non mi è mai successo, da che io ricordi, di scoprire, questa volta con terrore, di aver finito la carta igienica proprio quando mi serve.
Il peggio che accade, in tema di carta e di igiene, è che, dopo corsa in bagno a gambe rigide per trattenere gli strizzoni, slacciata la cintura, calati pantaloni e slip, finalmente seduto, ti giri verso sinistra (perché da me il porta rotolo è sulla sinistra) e... un tubo grigio di cartone sembra guardarti sorridendo o, peggio, sembra prenderti per il culo (a proposito di...).
Quello che ne segue non starò certo qui a descriverlo, perché sono immagini forti e non adatte a tutti, ma se vi è capitato, beh, allora sapete di cosa sto parlando.
C'è il fatalista che si lascia andare.
C'è il Mac Gyver (o Mecgaiver) che "durante" si ingegna e una soluzione la trova sempre.
Infine c'è lo stoico, che decide di immolarsi e soffrire ancora un po' e allora si rialza e va nello stanzino di prima (quello dell'acqua per intenderci), afferra un rotolo come fosse un salvagente in mezzo al mare dopo ore di naufragio, e poi via, gambe sempre più irrigidite e strizzoni ormai ai limiti della sopravvivenza.
Io spesso faccio lo stoico.
E non oso pensare a cosa potrà mai accadere la volta che aperta la porta dello sgabuzzino, ad aspettarmi troverò solamente una confezione vuota di plastica trasparente con su scritto COOP!

martedì 2 marzo 2010

Il guerriero metropolitano

Alza lo sguardo serio e fiero verso la sua "armatura".
Il volto è gelido quanto i suoi occhi. La bocca è tesa completamente assente da qualsiasi smorfia. A disegnarla bastererre tirare una sottile linea retta tra le curve delle guance.
E' un rito che prepara a qualcosa, è evidente questo.
Il primo indumento, una sciarpa, viene accarezzato a lungo, quasi a volerlo tranquillizare.
Dovrà adattarsi perfettamente alla curva del collo. Dovrà portare tepore e difendere dal gelo di queste giornate preludio della primavera.
E' una gestualità ormai consolidata. Movimenti ripetuti mille e più volte.
La striscia di lana piegata in due per il lungo.
I due lembi che combaciano alla perfezione.
Ancora una lunga carezza per prepararla a ciò che sta per avvenire: la mano destra che entra nella grande asola che si è creata.
Un gesto armonioso, una svelta curva nell'aria e la sciarpa avvolge il collo. Un'ultima mossa, impercettibile, il vuoto nella lana viene riempito da altra lana e infine le mani che delicate ma allo stesso tempo ferme, fissano il nodo.
Adesso è il momento della pesante giacca.
Nuovamente lo sguardo sale verso il soffitto.
Sono gli occhi che guidano il volto: sembrano essere lo sterzo che guida il carro; le ruote che trascinano la carrozza.
Il profilo del mento traccia una breve linea curva che termina quando gli occhi inquadrano l'armatura.
Le mani raccolgono un perfetto e squadrato insieme di pieghe. Con sapiente maestria, le mani tengono il sacco per gli unici due punti possibili.
Non è percettibile il movimento che da il via alla magia, forse è la sola idea che impartisce l'ordine. Il sacco di nailon e piume si spiega fluido e preciso, svelando un caldo ed enorme giubbotto. Prima il braccio destro, poi il sinistro, i lembi che combaciano alla perfezione, un lieve suono metallico che sottolinea la chiusura di questo sipario che protegge il resto del corpo ancora indifeso e nasconde il punto debole della sciarpa: il nodo.
Non resta che imbracciare la tracolla.
Le mani afferrano la sacca per i moschettoni che la assicurano alla cinghia. Veloci le dita scorrono lungo la corda fino quasi a toccarsi. La tracolla passa sopra la testa e circonda il collo come una medaglia premia il vincitore. Veloce la mano destra buca il vuoto circondato dalla cinghia.
La sacca si accascia sul fianco del guerriero che ora è pronto per partire.

Non è di un samurai che ho descritto la vestizione, ma della testa di cazzo che stamattina si è alzato dal suo posto in treno con grande tranquillità.

martedì 26 gennaio 2010

Uomo

Ci sono luoghi sulla Terra dove una donna viene sfigurata con l'acido perché rifiuta le avances di un uomo.
Ci sono posti sulla Terra dove persone vivono in stato di schivitù per la sola colpa di essere nate donne.
Ci sono uomini che sfigurano o uccidono una neonata, perché ha disatteso il loro desiderio di avere un maschio.
In buona parte della Terra i figli prendono il cognome del padre e questo da all'uomo il diritto assoluto di portare avanti un nome.
In generale ci si riferisce al genere umano usando la parola Uomo, tralasciando involontariamente (almeno spero) il fatto che esso sia composto per metà da donne e per metà da uomini.
Ci sono usanze per cui una donna viene mutilata alla nascita, o per cui le vengono deformati i piedi durante tutta la crescita perché il piede piccolo è giudicato da alcuni uomini essere bello.
Ci sono luoghi nel mondo dove una donna viene lapidata per aver amato l'uomo sbagliato.
In quegli stessi luoghi gli uomini sono in grado di spiegare i motivi giusti per cui ciò accade.
Ci sono luoghi nel mondo dove alle donne è proibito mostrare il proprio volto; l'uomo da sempre cerca di combattere la donna perché lo rende vulnerabile.
Ci sono uomini che pensano che la bellezza di una donna sia una colpa perché da quella stessa bellezza sono sopraffatti.
Sono state proposte leggi per stabilire che un jeans indossato significa davvero non voler essere strupata, mentre forse una minigonna no.
C'è un mondo in cui il rispetto non ha significato.

Maschio, io ti odio!

giovedì 7 gennaio 2010

Mockba

Ecco a voi qualcosa di gastronomico di ritorno dalla molto bella e altrettanto fredda Mosca (o Mockba se vogliamo scriverlo in russo con caratteri europei! :))) ).

Dedichiamoci alle cene, visto che i pranzi sono sempre stati molto fast...

La prima sera ci facciamo consigliare dall'immmancabile Lonely Planet (che ci consiglierà ogni sera), e ci buttiamo a sperimentare la cucina Cuacasica (con buona gioia della receptionist dell'albergo che ci conforta con un "Very Nice"!).
Il menù è ovviamente in russo con traduzione in inglese, ma è composto da innumerevoli pagine.
Decidiamo quindi di farci "consigliare" dal cameriere... "Something traditional?" chiediamo noi.
Ci guarda come se parlassimo in russo! Ops, diciamo in inglese :)
Chiama quindi rinforzi, e nel ristorante si trova un cameriere che parla inglese.
Noi vorremmo meat e lui, giustamente ci chiede "What kind of meat!". Noi andiamo sul classico, Beaf, chicken and pork. Non è così facile, perché qui si parla di sheep (pecora), muffon (?) e reindeer (renna). In ogni caso ci accordiamo su un bel mix di carne fried in un piattone di iron...
Molto invitante.
Siamo affamati!
Arriva l'iron. E' effettivamente un bel mix con pita (la classica piadina del kebab) e melograno.
La cameriera, con grande maestria, tagliuzza la pita e mescola il tutto. Foto di rito della preparazione.
Vedo però, delle poco invitanti palline...
Ci serve e se ne va. Cominciamo ad assaggiare. La Vale al primo boccone riconosce il fegato (col senno di poi la parte "migliore") e comincia ad insospettirsi. Benché affamata comincia a deviare sui pezzettini di pita imbevuti del sughetto speziato.
Pian piano capisco cosa sono le palline... Beh, senza tanti giri di parole, si tratta di coglioni! Proprio palle, testicoli... Insomma, quella roba li.
Tra l'altro il piatto è composto da un buon 50% da palle. Il resto sono frattaglie varie.
Fa piacere l'agro dolce del melograno, quando si riesce a percepire. Mangio, perché io sono per la sperimentazione e per i gusti nuovi o strani. Non si può però dire che sia la cena migliore della mia vita.
Vedermi infilzare un coglione e portarmelo in bocca, in qualche modo mi fa sorridere. Il bicchierino di vodka aiuta.
come dolce un piattino di biscottini fatti con miele e frutta secca varia.
Bella serata in termini di esperienza. Dal punto di vista del gusto, beh...

Seconda sera: cucina Russa
La Lonely parla molto bene di un ristorante (battezzato $$$ e quindi tra gli expensive con un costo di 1500-2000 rubli - 40, 50 € a testa) dall'atmosfera tipica russa.
Il posto è davvero bello. Nella sala da pranzo troviamo un elicottero. Greta un po' ci si sballa.
Chiedo spiegazioni su un piatto al cameriere che di inglese ne parla pochino. Mi fa capire essere un piatto freddo a base di caviale. Dirotto sul granchio della Kamchakta, piatto che mi viene cotto davanti agli occhi. Ordiniamo anche i pelmeni (tipici ravioli russi) e gli altri si buttano sulla Renna.
Come aperitivo arriva un mix di caviale da mangiare con panna acida (credo fosse il piatto su cui mi ero informato ma che poii credevo di non aver ordinato).
In ogni caso, buonissimo.
L'attesa è lunghissima. Alle 22 arriva il taxi che ci aveva portato al ristorante un'ora e mezza prima e con il quale ci eravamo accordati per il rientro.
Alle 22 e 15 però abbiamo solamente mangiato il caviale.
Per farsi scusare dell'atteasa ci omaggiano di un piatto a mio avviso spettacolare.
Filetti di pesce artico crudi e ghiacciati. Da mangiare insieme a due salsine o a un mix di sale grosso aromatizzato. La sensazione è quella di mordere un ghiacciolo di pesce.
Vi giuro, una cosa buonissima. Ci sono anche alcune fette di renna affumicata (credo) anche loro ghiacciate e accompagnate da una salsina al ribes rosso.
Mi cucinano il granchio e arrivano i pelmeni. In breve la cena si sblocca.
Il granchio è molto buono, i ravioli anche. La renna dei miei compagni di avventura servita in uno spiedino sorretto da un legno a V è altrettanto buona.
Le ragazze ordinano un dessert ma gliene viene servito un altro.
In ogni caso molto buono.
Trattasi di ribes rosso (credo, anche se più amaro di quanto credessi fosse il ribes rosso) congelato (tanto per cambiare) da immergere a cuchiaiate in un mou molto liquido.
Il sapore è molto buono.
Anche stasera un paio di bicchierini di vodka oltre all'immancabile birra russa.
Il conto è salato! 12.000 rubli = 280€ in 4!
Diamo la carta di credito ma non funziona.
Ci accompagnano a cercare un bancomat. Sono le 23 e 20 e ci facciamo scarrozzare dal solito tassista che un'ora prima ci disse "No problem! I wait!".
Troviamo un bancomat ma più di 5.000 rubli a capoccia non ci fa prelevare. Facciamo gli gnorri (nel senso che non dichiariamo altro contante con noi ;) ) e diciamo di avere solamente 10.000 rubli.
Riceviamo le loro scuse per l'inconveniente della carta di credito e ci guadagnamo uno sconto di 2.000 rubli.
Bella serata anche dal punto di vista gastronomico.

Terza sera: cucina Uzbeka
Vorremmo andare in un ristorante dove si fanno serate a tema ma è chiuso. La receptionist leggendo la guida si sofferma su un altro ristorante che dice essere carino. Nostro cenno di intesa, lei telefona e prenota.
Il locale è molto vicino a quello della sera precedente, riconosciamo le strade fatte per cercare un bancomat.
Anche questo locale è molto bello ed accogliente.
Proviamo una tipica zuppa russa e io prendo una specie di kebab.
Vodka, birra ed un dolce cioccolatoso con quattro tipi di cioccolato. Molto buono.
Purtroppo, in questo momento, ho un vuoto completo sulla cena.
Ricordo solo che Greta ci ha fatto andare in bagno 3 volte e ogni volta in prossimità della porta ha detto "Non mi scappa più!".

Quarta e ultima sera: cucina Russa "casalinga"
Finalmente troviamo aperto il Mari Vanna, anche questo suggerito dalla Lonely.
E' un locale davvero affascinante. Sembra una casa privata. Arredamento da casa privata, tavoli e sedie da casa privata, bagno da casa privata.
Come antipasto ci buttiamo sul caviale, anche questo da mangiare con panna leggermente acida.
Io prendo un pesce e i miei compagni pollo (se non ricordo male).
Come dessert prendo dei biscotti fatti in casa che definirei buoni.
I bicchieri di vodka questa sera sono 3 a testa. Sempre la solita ed immancabile birra russa.
Anche questa sera una bellissima esperienza, vuoi per il cibo vuoi per l'ambiente.
Per tornare optiamo per la metro. La scelta è un po' forzata, visto che l'unico taxi sulla strada chiede una cifra fuori standard per riportarci in albergo.
Poi ci avanzerebbero tre corse in metro...
Quindi ci dirigiamo verso la fermata.
Greta si addormenta "Dai piccina, che è l'ultimo freddo" penso guardandola nascosta sotto la copertina e persa tra il piumino, la sciarpa, il cappello eccetera eccetera.
Alla stazione della metro incrociamo tre moscoviti decisamente alticci.
Noi stiamo dando fondo alle nostre borraccette di grappa.
Fraternizziamo con il trio e parte immancabile lo scambio di doni.
Io verso loro un po' di grappa. La mia idea è finirla, convinto che ce ne sia ancora poca, ma alla fine quasi riempio il bicchiere di plastica dei miei amici.
In cambio ricevo un sorso di vodka. La tipa russa assaggia la grappa e, da grande intenditrice, ne nota il leggero aroma fruttato. Sfruttiamo il dizionario italiano-russo per dare un nome a quell'aroma: гру́ша (pera)!
Lei è contenta. La pera sembra piacerle.
Il suo amico prende il bicchiere colmo per una buona metà e lo beve tutto d'un fiato.
Fissa per un attimo il vuoto, "Ora sviene" penso io, "italianobsky" immagino pensi lui!
Qualche istante, poi si riempie lo stesso bicchiere di vodka, lo butta giù in un sorso e ci butta dietro una bella golata di succo di ananas!
E' quasi mezzanotte, domani si parte. Ho visto per un attimo qualcosa più delle espressioni gelide che finora ci hanno fatto vedere gli abitanti di Mosca.
Tre ragazzi ubriachi in giro di notte... Anche noi, comunque siamo belli alticci!
до свидания (do svidania).

Ti auguro di essere bruttina

Figlia mia, Nella vita io ti auguro di essere bruttina.  Non dico proprio brutta, ma quel tanto che basta per piacere a qualcuno che sp...