martedì 23 novembre 2010

Ancora sulla Chiesa

Leggo da repubblica la seguente dichiarazione di Benedetto XVI sull'omosessualità:
"Se qualcuno presenta delle tendenza radicate omosessuali profondamente radicate - ed oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza - se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove".
Di nuovo mi viene da pensare che abbia perso un'altra occasione per starsene zitto.
Ma come diavolo si può, ancora oggi, nel duemila, sostenere credendoci (ma ci crede davvero poi?) che l'omosessualità possa essere congenita oppure (e qui parafraso) si possa prendere nei primi anni di vita?
Insomma, ma come diavolo si può, ancora, parlare di omosessualità come fosse una malattia?

Io non accetto che un'istituzione con così tanto seguito e con una possibilità enorme di esprimere le proprie idee, sia autorizzata a dire cose palesemente inesatte!

Ognuno ha maggiore responsabilità tanto maggiore è la propria possibilità di farsi sentire o vedere.
Così come un calciatore di serie A quando gioca a pallone non può comportarsi come mi comportavo io durante i tornei scolastici, o così come un capo di Stato in conferenza stampa o davanti alle telecamere non può lasciarsi andare ad uscite informali e scherzose come potrei fare io in pizzeria.
Accidenti, ma se siete li, possibile che questa responsabilità non la sentiate?
E possibile, che non insorga a contestarvi una controparte con altrettante possibilità di farsi ascoltare?

Ancora una volta voglio urlare "Grazie a dio sono Ateo" contestando in toto la religione stessa che si è (s)venduta ad un'istituzione, la Chiesa, che mortifica la religione stessa e, dovrebbe, anche tutti coloro che ad un Dio credono.

domenica 21 novembre 2010

Pane e Salame

"La c'è scritto Patria e Onore, mica Pane e Salame" così ci gridava l'aspirante guardiamarina Pietro Marra ai tempi del servizio militare i cui primi 70 giorni li ho fatti in Accademia a Livorno.
Non si è mai capito bene quale fosse il senso di questa frase... In genere ce lo urlava quando facevamo qualcosa di sbagliato, oppure non eravamo troppo marziali o ancora quando si sbagliava a marciare.
Oggi quindi vorrei fare una riflessione sulla Patria o meglio sull'amore per la Patria.
Non ho mai avuto un grande senso patriottico, questo va detto, così come non mi sento attaccato ad una città in particolare.
Credo che la tua casa sia laddove hai le persone care e laddove sei felice. Il campanilismo non fa per me.
Sapete cosa vi dico? Esagero!
Io sono convinto che il senso di appartenenza ad un luogo, città o stato possa a volte trasformarsi in paura e quindi odio per chi a questo luogo non appartiene o magari vuole appartenere. E questo io lo chiamo razzismo. La Lega trova la sua forza stuzzicando il senso di appartenenza al nord di molte persone e alla paura che queste stesse persone hanno di vedersi rubato questo loro nord. Ma se ci pensiamo, che diavolo è il nord?
Il valore della patria lo associo alla guerra. Guerra in nome della patria o guerra per difendere la patria, ma sempre di guerra si parla.
Sentirsi attaccati ad una bandiera nasconde l'insicurezza e la paura dell'uomo di fronte al più forte o allo sconosciuto e la necessità di formare un gruppo e sentirsi più forte.
'Notte.

domenica 14 novembre 2010

Pere e Cioccolato

Siete in tanti a chiedermi come nasca un dolce.
A questa domanda amo sempre ricordare un discorso che il grande Fabrizio De André mi fece quando io, in una sera di luglio in Sardegna, chiesi a lui qualcosa di simile.
"Fabri" dissi, "ma com'è che nascono le tue canzoni, le storie che racconti...".
"Vedi Paolino" mi rispose con quella voce bassa e calda che avresti riconosciuto anche in mezzo ad una piazza "io penso che le storie narrate, i quadri, le sculture e qualsiasi manifestazione dell'arte umana nascano insieme a chi da loro forma e realtà. Colui che da forma all'arte non deve far altro che guardarsi dentro e raccontarla utilizzando le proprie doti".
"Ma quindi" chiesi ancora io, "l'artista ha solo più fortuna di altri nel momento in cui guardandosi dentro scopre qualcosa?"
"Eh no Paolino, l'artista, a differenza di altri ha la dote di saper esprimere quello che ognuno ha dentro."
E il cucchiaino sprofondò nella lucida glassa che ricopriva, quasi a proteggerla, la cioccolata montata con l'acqua di pera; attraversò il morbido cuore di pera caramellata. Si fermò un attimo a contatto del biscotto alla nocciola, per poi proseguire spezzandolo. Quando Fabrizio si portò alla bocca il primo boccone, attese qualche istante affinché il sapore avvolgesse il suo palato ed infine esclamò un semplice "Belin!".

Eccovi, quindi, la ricetta del dolce Pere e Cioccolato.
Come si può vedere dalla foto che segue, il dolce è composto da un cuore di pera, dentro una mousse al cioccolato ricoperta di glassa lucida. Il tutto posato su un biscotto alla nocciola.


Cioccolato Chantilly all'acqua di pera
Ingredienti:
110 gr cioccolato fondente al 70%
115 gr acqua di pere
Per l'acqua di pere: centrifugare 3 pere dolci e succose e pesare il liquido ottenuto. Mettere ad idratare in acqua fredda della colla di pesce in peso pari al 5% del succo di pera. Prendere una piccola parte del liquido, scaldarla al microonde quindi aggiungervi la colla di pesce e farla sciogliere bene. Unire al resto del succo, versare in un contenitore di plastica e mettere in freezer per tutta la notte. La mattina dopo, toglier il blocco congelato, posarlo su un colino a maglia fine e riporre in frigorifero posato su un contenitore che raccolga il liquido che colerà. Dopo una giornata (per questa preparazione non so dare i tempi precisi, ma dovete mettere in preventivo almeno una giornata ed una notte) nel recipiente avrete del liquido molto chiaro e trasparente senza aver perso né il profumo né il gusto della pera.
Questo metodo di filtraggio - scoperto leggendo Pentole e Provette di Hervé This e navigando sul Blog di Dario Bressanini - si può applicare, nello stesso modo, su qualsiasi polpa di frutta o verdura.
Una volta ottenuta l'acqua si pera, pesarla ed eventualmente diluirla con dell'acqua per raggiungere la quantità indicata nella ricetta.

Per montare il cioccolato (ispirato al libro e al blog suddetti): far sciogliere in una bacinella, a bagnomaria il cioccolato fondente. Aggiungere l'acqua di pera ed emulsionare bene con una spatola di gomma. Lasciare riposare alcuni istanti, quindi posare la bacinella in un contenitore più grande riempito di acqua e ghiaccio. Montare con le fruste fino ad avere la consistenza della panna montata.

Purea di pere caramellate
Ingredienti:
1 pera
40 gr di zucchero di canna
1 goccio di grappa alla pera
1 goccio di essenza di vaniglia
1 gr di colla di pesce

Far caramellare lo zucchero. Aggiungere, fuori dal fuoco, la grappa e l'essenza di vaniglia (fatta così) quindi aggiungere la pera tagliata a cubetti.
Far caramellare finché lo zucchero non sia nuovamente ben sciolto quindi frullare con il minipimer ed aggiungere la colla di pesce precedentemente idratata.
Versare negli stampini e mettere a congelare.

Pasta frolla alla nocciola
Ingredienti:
100 gr di nocciole
100 gr di zucchero
40 gr di tuorlo d'uovo
125 gr di burro
150 gr farina integrale
Mettere le nocciole nel congelatore per un paio d'ore. Quindi frullarle con lo zucchero, cercando di frullare il tempo necessario e non troppo per evitare di scaldare le nocciole e far loro perdere il grasso.
Versare in una ciotola e con le mani verificare la presenza di pezzi troppo grossi di nocciola (nel caso toglierli e frullarli velocemente),
Unire alla farina integrale, formare una fontana, nel centro versare le uova e il burro tagliato a pezzettini ed impastare come per la pasta frolla.
Riporre in frigo a riposare per un paio d'ore.
Stendere ad uno spessore di mezzo centimetro, tagliare della forma che si adatti al dolce, posare su carta forno e mettere in frigo per una mezz'ora.
Cuocere in forno preriscaldato a 160° per 15 minuti circa (controllare la colorazione).
Appena sfornati questi biscotti sono molto fragili, vano fatti raffreddare e quindi staccati dalla carta forno. in ogni caso sono biscotti delicati e folto friabili.

Glassa lucida
Ingredienti:
35 gr di acqua (acqua di pera se ne avanza o un mix)
30 gr di panna
45 gr di zucchero
15 gr di cacao
1,5 gr colla di pesce
Portare a bollore tutti gli ingredienti (facendo attenzione a non far formare grumi con il cacao che quindi verserete un po' per volta setacciandolo) e far raggiungere in 105°.
Togliere dal fuoco e far raffreddare fino ai 60°, quindi aggiungere la colla di pesce reidratata.
Utilizzare quando ha una temperatura intorno ai 40°.
Questa glassa può essere preparata in anticipo e conservata in frigo o in freezer. Quando si vuole usare la si fa sciogliere a bagnomaria e la si utilizza quando a 40° (questo per evitare di sciogliere il dolce sul quale la si cola)

Composizione del dolce
Io ho scelto degli stampi a semisfera ma, va da sé, potete utilizzare qualsiasi altra forma. Azzarderei addirittura un montaggio in un bicchiere evitando il congelamento - necessario se si usano gli stampi - mettendo il biscotto sulla base del bicchiere appena sopra un leggero strato di cioccolato montato e coprendo con la glassa dopo aver lasciato il tutto in frigo a rassodare.
Nel caso degli stampi in silicone: versare un po' di cioccolato montato, posare la purea di pere congelata, quindi ricoprire bene con il resto del cioccolato. Chiudere con il biscotto e mettere in congelatore per almeno 6 ore.
Quando il tutto è ben congelato, togliere dagli stampi, posare la base del dolce su un sostegno (io ho usato un bicchierino da grappa di quelli stretti e alti) a sua volta posato su un piatto per raccogliere la glassa che colerà e, appunto, colavi sopra la glassa coprendo bene il tutto.
Posare sul piatto e tenere in frigo per almeno 2 ore prima di consumare.

Ciao a tutti e... Buon appetito!

giovedì 11 novembre 2010

Storia di un dolce nato male...

... o quantomeno con difficoltà.

Qualche tempo fa mi è venuta l'idea di un dolce pere e cioccolato che voglio "regalare" al mio Amore che adora l'accoppiata pere e cioccolato.
Aggiungo che il suddetto mio Amore, torinese di Torino, ama le nocciole e completo notando che l'accoppiata cioccolato e nocciole e' infallibile. A questo punto il dolce si posa su una frolla alle nocciole e poi (ed era il pretesto iniziale) provo finalmente la glassa lucida (ricordate il buon proposito delle ricette da provare?).
Il dolce quindi è:
Cioccolato chantilly (di nuovo!) alla pera, con cuore di pera carammelata. Un biscotto alla nocciola e la glassa lucida a coprire tutto.
Decido di farlo per noi due e poi mi trovo a doverlo fare per 5 persone a causa di un improvviso cambio di programma.
Mi cimenteri in una torta, ma la mancanza dell'attrezzatura giusta - mi servono assolutamente o due stampi in silicone rotondi, larghi lisci, a 90 gradi oppure un anello e uno stampo come sopra più piccolo per gli inserti! Volete provvedere voi? - mi fa optare per 5 monoporzione. Mi pianifico di montare il dolce il sabato mattina, per avere il tempo di congelarlo per poi toglierlo dal frigo e glassarlo la sera stessa e consumarlo la domenica a pranzo.
Vado a ritroso e devo iniziare a fare la frolla e gli inserti la sera stessa (il venerdì). Devo quindi affidarmi alla Vale per l'acquisto delle materie prime e per una "preparazione preliminare". Va tenuto presente che la Vale sulla spesa sta attenta al centesimo manco fosse lei la genovese.
Da subito sono inflessibile sul cioccolato. Visto che devo montarlo "molecolarmente" non transigo. 70% di cacao, "Quello li che ho già provato!"
Sul resto non calco la mano, ma si tratta di pere (dolci e succose) e nocciole per la frolla (poi burro e uova).
Cominciamo con le pere: mi dice che era li che le sceglieva e le 6 pere che le avevo chiesto costavano tot e che per neanche 2 euro ha trovato questa cassetta intera! Ne assaggio una a fine cena, come frutta, e vi assicuro che erano una cosa allucinante. Acerbe? Magari! Insomma non sapevano assolutamente di nulla!
Non mi scoraggio, decido di zuccherarle un po' di più.
La preparazione preliminare alla quale ho accennato all'inizio, era il succo di pere (frullate e filtrate) al quale aggiungere mezzo grammo di colla di pesce e poi congelare il tutto (per super filtrare la pera). Le chiedo di farlo nel primo pomeriggio cosi la sera sarebbe stato congelato e lo avrei messo a filtrare tutta la notte per usarlo la mattina seguente per montare il cioccolato. Mi chiama alle 6 che stava per farlo (già dispero sul trovarlo congelato ad un'ora decente!). Mi chiede "Quanto e' mezzo grammo di colla di pesce?" Le rispondo un quarto di foglio. Insomma, non me ne accorgo subito, ma quando mi serve della colla di pesce per addensare l'inserto di purea di pera le chiedo candidamente "Scusa amore mio, dove e' il resto del foglio di gelatina?" "Il resto?" "Si tesoro, il resto... Quasi un foglio intero" Capiamo l'arcano! Si e' sbagliata! Ne ha usato 3/4 e, peraltro, ha buttato via il rimanente! Puttanazza Eva penso. Dubito quindi che il filtro molecolare funzioni (troppa gelatina) e nel frattempo rovisto e trovo dell'agar agar per addensare leggermente la purea! Ci credo ancora. E' il momento della frolla alle nocciole.
"Ah", mi dice il mio amore, "ti ho preso direttamente la granella di nocciole, che costava molto meno e poi la devi tritare no?". Si, la devo tritare e penso che vada bene così. Prendo il sacchetto di granella di nocciole e - stupido che sono! - mi aspetto di vedere delle nocciole tritate. L'aspetto è invece un po' diverso da come me lo immagino, leggo la composizione e scopro che si tratta di 'riso soffiato, zucchero, olio vegetale, altre cose e poi un 2% di pasta di nocciole'!
Ok! Abbandono l'idea della frolla alle nocciole e mi converto in frolla con farina integrale!
Perche' io ci credo!
Non incontro altri intoppi.
Finisco tutto a mezzanotte e mezza e prima di andare a dormire metto a filtrare il succo di pera, che non è del tutto congelato, ma è decisamente rassodato per via della gelatina. Mi addormento convinto che la mattina dopo avrei trovato una grande gelatina alla pera e niente "acqua"!
E invece il filtro ha funzionato comunque; di acqua ne ottengo 40 grammi contro i 230 necessari, quindi diluisco con acqua e zucchero un succo che già di pera sapeva poco (ricordate la cassetta di pere a meno di 2 euro?).
Insomma, riesco a completare sabato mattina i 5 dolci, la sera sono congelati e posso glassarli per poi lasciarli in frigo. La domenica a pranzo la consistenza è perfetta. Il gusto è discreto.
Insomma, i commensali gradiscono, ma la pera è praticamente inesistente!
Visto che io sono uno che ci crede, questo week end ci riprovo, ma questa volta le pere le scelgo io!
;)

Ti auguro di essere bruttina

Figlia mia, Nella vita io ti auguro di essere bruttina.  Non dico proprio brutta, ma quel tanto che basta per piacere a qualcuno che sp...