lunedì 24 ottobre 2011

Rieccomi

Ciao a tutti! Ciao a chi ancora ogni tanto passa di qui! Sono tornato...
Sono di nuovo qui perché ho qualcosa da dire.
Spero di avere ancora tante cose da dire!
Oggi faccio una riflessione sulla morte, che mi è nata seguendo come Facebook sta reagendo alla scomparsa di Marco Simoncelli.
Tanti, quasi tutti, ad esprimere il proprio cordoglio ed alcuni a far notare che di morti ce ne sono ogni giorno, ma che passano in silenzio senza che nessuno se ne accorga.
Per come la vedo io sono giuste entrambe le osservazioni: non posso dire sia sbagliato piangere Simoncelli, così come è davvero triste che ogni giorno perda la vita tanta gente nel silenzio generale.
Però...
Più volte ho riflettuto su tutto ciò e, onestamente, non ho mai saputo dare una risposta definitiva e convincente a questo interrogativo.
Mi sono solo dato una regola e difficilmente pubblico link a morti, saluti estremi o cose del genere. Ritengo che il dolore sia personale e come tale debba restare. Ma questa è una opinione personalissima.
Mi permetto però di fare un'osservazione a chi ritiene ipocriti gli attestati di cordoglio verso la morte di personaggi "famosi" e allora, in queste occasioni, ricorda i clandestini morti mentre cercano di raggiungere una nuova vita oltre il mare.
Se ci pensiamo ogni giorno muore al mondo una marea di persone che non lo merita. Persone che soffrono e che muoiono nel silenzio del mondo mediatico e, vivadio dico io, nel silenzio di noi che continuiamo a vivere.
Perché altrimenti dovremmo piangere e disperarci ogni secondo della nostra esistenza. Ma non credo si possa e si debba vivere così.
Che ci sia l'ingiustizia nel mondo è sacrosanto e sotto gli occhi di tutti, ma io non sono capace ad immolare la mia vita per rispetto di tutti.
E allora vedo nelle manifestazioni di cordoglio generale quando è morto Jobs, o oggi Simoncelli, o Senna a suo tempo, o Fortunato eccetera eccetera, vedo dicevo una forma di espiazione per tutti i giorni che siamo stati felici e spensierati... E' ipocrita? Forse sì, anzi, decisamente sì, ma è una forma di ipocrisia che credo serva a sopravvivere.
Con stima e affetto Paolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

SuperSIC era bravo e simpatico, mi dispiace ovviamente. Detto questo era sul lavoro, un lavoro pericoloso.
E che a lui sicuramente piaceva anche per questo.
Senza tirar fuori le morti sul lavoro di cui nessuno parla, se vogliamo essere onesti certe categorie di lavoratori dello spettacolo (perche' tale era) questo tipo di fine la mettono in conto. Alcuni (non penso lui) la cercano come succedeva agli eroi omerici.
Pensa a certi eroi del rock che si suicidano....
Non e' il caso di sic, forse, ma a maggior ragione del muratore o dell'operaio....
Per i quali non c'e' titolo sui giornali o su fb.....

massimo

Verosimile ha detto...

Sono d'accordissimo con Massimo. E aggiungo che qualsiasi morte esige almeno rispetto, differentemente da quanto ci mostrano i media di oggi.

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