Torno a farmi vivo su questo blog agonizzante per rispondere ad un altro Blog.
Il blog al quale voglio rispondere è www.michiamomassimo.it e il post in questione è quello intitolato "Group on... Group off" datato 4 giugno 2013.
Buona lettura!
Arriva il momento in cui scopri che anche i ristoranti
stellati si propongono sui siti dei gruppi di acquisto come Groupon.
Subito viene da chiedersi cosa spinga un ristorante stellato
a sfruttare questi canali e non ascolti i colleghi che questa domanda te la
fanno retoricamente e con un pizzico di ironia. Al mondo delle guide stellate e
forchettate in qualche modo vuoi credere, il periodo è quello che è per cui,
diversamente da qualche anno fa, una cena da duecento euro ci pensi bene prima
di farla. I tempi impongono di tralasciare il superfluo. Il coupon quindi lo
acquisti, spendi una settantina di euro e incluso nel prezzo acquisti anche una
discreta dose di aspettative.
D’altro canto una cena stellata è più di una cena. È un’esperienza
e su questo bisogna che ci si metta tutti d’accordo. Si può poi considerarla un’esperienza
troppo cara per quello che offre oppure no, ma sul fatto che non la si misuri solamente
sulla quantità e sul senso di sazietà, penso ci si possa accordare velocemente
tutti.
Le aspettative sono parte integrante di questa esperienza;
gli Chef stellati lo sanno e temo sia una delle loro peggiori bestie nere.
Essere all’altezza delle aspettative dei propri clienti, aspettative che sono
più alte più alto è il livello del ristorante, è probabilmente la sfida più
difficile che quotidianamente devono vincere. Vincere questa sfida o perderla,
fa la differenza tra una cena riuscita, soldi (non pochi) ben spesi, e la tacita
promessa di rivederci, o deludere il cliente che qualche sacrificio (chi più,
chi meno, chi niente) per la serata ha fatto.
Ti chiedi cosa poterti aspettare da una cena stellata comprata
a metà prezzo (o forse anche meno) e per non dare ragione ai colleghi di prima pensi
“Diamine, è uno chef stellato!”, e le aspettative rimangono.
Quando entri nel ristorante il giudizio è imprescindibile e
naturale. Non perché pretendi, ma perché vivi un’esperienza e vivere significa
guardare, ascoltare, assaporare e giudicare. Giudicare è ovvio come è normale
essere giudicati: è la vita. Non è la pretesa di chi ha comprato qualcosa. Io
giudico le facciate dei palazzi che circondano la via nella quale sto
camminando. Giudico la comodità della sedia sulla quale sono seduto. Giudico l’aria
che respiro.
Gli arredi sono pesanti ed è un giudizio e come tale
soggettivo ma questa precisazione è pleonastica, perché sul fatto che i giudizi
siano soggettivi, beh, anche su questo penso ci si metta d’accordo in fretta.
Non lo preciserò più, valga come legenda ad ogni giudizio che seguirà.
Il locale sa di vecchio e avrebbe bisogno di una
rinfrescata. In qualche modo e forse inconsapevolmente, qualche risposta alla
domanda che ti sei fatto quando hai acquistato il coupon comincia ad arrivare.
L’asticella della serata, che in partenza era stata piazzata
a due metri da quelle maledette aspettative non è ferma: si muove
freneticamente. Sale e scende e quando sale sembra impossibile riuscire a
superarla.
Giudizio del locale: asticella a due metri e due.
Lo Chef prova a spiegare il motivo del menu dedicato ai
clienti Groupon. Non vuole dire che ha pensato ad un menu che contenga i costi,
parla di clienti di serie A e serie B senza che tu, fino a quel momento, avessi
pensato a due fasce di clienti e sebbene l’obiettivo dello Chef fosse tutt’altro,
il tarlo del dubbio si insinua. Il discorso non è rodato, te ne rendi conto,
quando il giro di parole arriva a dire che per capire la sua cucina ci vuole
una certa preparazione.
Asticella a due metri e quindici!
Scopri poi che l’offerta che hai acquistato aveva un vizio
di forma. Il titolo recita abbinamento di vini inclusi, la descrizione
dettagliata spiega che nel prezzo è incluso un flute di champagne e la
consulenza nell’abbinamento dei vini. Te ne fai una ragione, lo Chef ti dice
che un secondo calice lo porterà ma l’esperienza stellata si comincia a
rannuvolare.
Asticella a due metri e venti.
A questo punto siamo vicini al record italiano di salto in
alto. Cominci a capire che l’impresa sarà ardua se non impossibile e devi
ancora cominciare la rincorsa che ti porterà ad affrontarla quell’asticella.
Arriva il piatto di pasta servito nella lattina che fa
sorridere per l’idea appena lo vedi, ma che suona come una presa in giro quando
lo assaggi.
Asticella toccata. Salto nullo!
Quando ho comprato il coupon ho pensato davvero che lo Chef
volesse provare ad ampliare la propria clientela facendosi conoscere sfruttando
un canale di vendita inusuale per l’alta gastronomia ma con una penetrazione molto
estesa. Ho pensato di aver fatto un affare e di aver l’occasione di provare un
ristorante stellato ad un prezzo abbordabile. Ristorante che forse altrimenti
non avrei provato non tanto per l’alto prezzo dei menu – ricordate il discorso
dei tempi che corrono e del superfluo? – quanto per la scomodità di Alassio arrivando
da Arenzano. In questo senso facevo riferimento ad altri ristoranti stellati
che si trovano ad esempio ad Albissola o Sestri Ponente.
Non ho capito l’ultima frase o meglio non ho capito fino a
che punto voleva essere offensivo e maleducato, diciamo che ha raggiunto
livelli di tutto rispetto.
Ho altri amici che sono venuti da lei avendo acquistato il
coupon tramite Groupon e mi raccontano che la serata si è svolta in modo
decisamente diverso. Il discorso sul menu Groupon è stato rivisto, i calici
inclusi sono diventati due e il menu che mi hanno descritto è decisamente più
in linea con la sua cucina convenzionale. Con loro il biglietto da visita ha
funzionato e io, e loro, e lei, ne siamo tutti contenti.
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