mercoledì 18 ottobre 2017

Di violenza, di vittime, di carnefici e di matematica

Ci sono temi sui quali non si deve fare filosofia.
La violenza è uno di questi argomenti.
La violenza è violenza e la violenza ha un colpevole. PUNTO.
Cercare di analizzare la violenza, di capirne i contorni per, non nascondiamolo, trovarne giustificazioni o attenuanti, tutti i "se" e i "ma" a corredo hanno, consapevolmente o meno, l'effetto di distogliere dall'unico vero tema che è e rimane la violenza perpetrata!
Aggiungo che anche parlare della vittima, a mio parere, ha poco senso ma soddisfa un lato oscuro e pruriginoso di ogni lettore, e chi scrive lo sa bene... 
In questi giorni leggo sempre più persone, testate giornalistiche, opinionisti più o meno seguiti, che si sentono in dovere di dire la loro sul caso di un noto produttore Hollywoodiano accusato di moleste e violenze sessuali. Lo spunto per scrivere due righe in merito non è tanto il produttore colpevole di aver molestato e abusato diverse attrici quanto l'attrice italiana e la sua denuncia a distanza di due decadi dai fatti che la riguardano.

Non faccio nomi per evitare di essere tacciato di opportunismo quando il mio solo scopo in questo post è di parlare del principio e non delle persone. I fatti sono noti a tutti.

Io non lo so dove vogliate arrivare con le vostre tesi e non comprendo nemmeno quale diritto vi arroghiate per andare a giudicare la vita di un personaggio pubblico che in quanto tale è sì soggetta per definizione al giudizio del Pubblico, ma probabilmente sul suo operato artistico per il quale è appunto pubblico!
Non so, dicevo, cosa vogliate arrivare a dimostrare e sostenere, so solo che per scrivere un articolo, o un post su Facebook o su qualunque social vogliate cavalcare, state proponendo delle tesi stupide e talvolta pericolose.
Ma soprattutto ve ne rendete conto vero, che per guadagnare un po' di visibilità, giustificate un molestatore? O quanto meno distogliete l'attenzione da lui?

C'è una equazione molto banale che penso sia l'unica che andrebbe seguita ogni volta che succedono fatti violenti ed è questa:

Violenza = Carnefice / Vittima

Più l'attenzione e si sposta sulla vittima, al denominatore, più la magnitudo della violenza diminuisce, fino a far scomparire il carnefice, far tendere a zero la violenza e scrivere parole e parole sulla vittima, della quale si finisce per parlarne fuori dal contesto della violenza e quindi tutto perde valore!
E si finisce, pensate un po', a dare della troia ad una vittima di violenza sessuale, fuori dal contesto della violenza stessa, con la vittima che si trova un'etichetta addosso e colpevole di qualcosa che ha subito!

Meditate gente, meditate...

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