martedì 1 febbraio 2011

Le magnifiche quattro (più una)

Il treno è un mondo in miniatura. Avete presente la mini Italia in Toscana? Dai, si faceva come gita alle medie... Beh, il treno è una mini Italia non tanto per i monumenti, quanto per le persone che vi si incontrano.
Osservarle è un'esperienza unica... Loro parlano, si muovono, leggono, ascoltano musica, guardano, ammiccano, sorridono, si corteggiano, si amano, si odiano... Io osservo e studio.
Oggi a Sestri sono salite le magnifiche quattro. Le descriverei così: c'è la giovane vecchia, c'è la vecchia e basta, c'è quella che da ragazza doveva essere bella e si vede che se ne rende conto, e poi c'è la palletta. Avete presente quel tipo di fisico basso e rotondo? Ganascette pienotte? Ecco, questo è il tipo.
Loro arrivano dalla fine del vagone, e dalla testa arriva e si unisce alla banda la quinta signora. Stona come tipo, bassetta, mingherlina, insomma è chiaro che con le altre quattro non c'entri nulla. Sono tutte sposate ed esibiscono con involontaria ostentazione la fede al dito. Sembra incredibile, ma tutte hanno trovato un compagno di vita. Quanto darei per vederli, questi uomini...
Appena salite inizia il rito del "bunga bunga" del treno e cioe' il "siedi tu, siedi tu". Il gioco è facile: ci sono meno posti a sedere di quante persone in piedi. La squadra circonda i posti liberi e segrega la zona e poi via: "siedi tu!" "No siedi tu!" No, sì, no, sì... Perde o vince chi per primo dice "vabbè dai mi siedo io". In genere chi si siede è tenuto moralmente a giustificarsi. A volte basta un semplice: "guarda, è un periodo che sono di uno stanco...". A volte si accenna al mal di gambe. In generale una qualsiasi altra frasetta breve a piacere che "smorzi" l'imbarazzo del sedersi.
Oggi la giovane vecchia ha pagato il prezzo della comodità con una pena singolare. Lei seduta insieme alla vecchia vecchia (è stata rispettata l'anzianità diciamo) è stata omaggiata delle borse delle altre tre!
Io non ho mai capito perché le donne non usino mai le rastrelliere poggia abiti dei treni ma si tengano sempre tutto sulle gambe: giacca, borsa, sacchetti, qualsiasi cosa.
La cosa buffa è stato come la quinta signora le ha sbolognato la sua di borsa. Per le altre due è stato tutto naturale, niente parole, niente domande, forse nemmeno un gesto d'intesa. L'una si siede e le altre le danno le borse.
Ma la terza... Forse perché non è realmente integrata nel gruppo, forse perché la borsa pesa davvero, fatto sta che non è naturale dargliela. E allora sfodera la scusa del "me la tieni un attimo..." mentre si toglie la giacca.
La giovane vecchia a quel punto deve, perché l'educazione dei complimenti lo impone, accennare al fatto che non è un disturbo e che la tiene volentieri. La quinta signora non se lo fa ripetere due volte. Quasi le è dovuto e lascia la borsa in braccio alla giovane vecchia.
Fantastico ad un certo punto, quando la quinta signora ha bisogno di qualcosa nella borsa. Lei fa il gesto di prendere la borsa, la giovane vecchia risponde reattiva "No no lascia" e lei: "Sì sì figurati... Volevo solo prendere una cosa!" "Ahh, ok" dice la giovane vecchia...
Tra Sampierdarena e Principe si sono liberati abbastanza posti per farle sedere tutte... le borse hanno quindi raggiunto le gambe delle rispettive padrone.
Buon viaggio a tutti.

2 commenti:

Gemma ha detto...

E' vero, le donne non usano le "rastrelliere"... Forse non ci arrivano (fisicamente) o hanno paura di rendersi ridicole appese lassù. Il mondo, poi, è pieno di "quinte signore"...

Lapo ha detto...

«c'è quella che da ragazza doveva essere bella e si vede che se ne rende conto»... In realtà, se colgo l'allusione, è bella tuttora.
Comunque è proprio vero: ci sono molte persone che non usano la rastrelliera, uomini o donne che siano.
Però, è proprio vero, le donne hanno questo modo di fare, questo protocollo, questo gusto compiaciuto per le scenette che mi rende ancora più gustoso il mio propormi con il classico: "mi libera questo posto?!"

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