sabato 5 febbraio 2011

Vinile


Ai miei tempi la musica si ascoltava con le musicassette o con i dischi in vinile. Avere lo stereo con il piatto era un must ed era un rito andarlo a scegliere sapendo che si stava per fare l'acquisto (o meglio, si stava per ricevere il regalo) della vita. Insomma, il piatto era un oggetto prezioso. La puntina era sacra. La spazzola di velluto o quella morbidissima con i fili sottilissimi e setati era un cimelio da utilizzare con delicatezza e timor sacro prima dell'ascolto di ogni disco. Quando si faceva scendere la puntina sul disco che girava si usava una delicatezza che avremmo, più grandi, usato (o tentato di usare) per altre arti.
Si comprava il disco e con un coltello affilato si incideva la pellicola di nylon. Non la si strappava. Mai! La si lasciava a proteggere la copertina. Ancora oggi in casa dei miei (non ho più un piatto in casa!) ci sono i miei dischi con ancora la pellicola a "vestirli".
In genere il disco si travasava su cassetta per usarlo il meno possibile. Ascoltavi il disco poche volte, solo quando ti sentivi di meritarlo. Quando volevi godertelo davvero!
Non c'era internet allora e si aspettava con ansia l'uscita dell'ultimo LP dei nostri cantanti per andarlo a comprare e poterne ascoltare le nuove creazioni. Non c'era modo di farsene un'idea prima. Usciva il disco, lo andavi a comprare e sentivi se ti piaceva o meno. E i dischi, vi giuro, per noi ragazzi di 13/14 anni, comunque costavano.
Ho scoperto di amare Vasco Rossi intorno ai 13, 14 anni appunto.
A quel punto bisognava comprare tutti i suoi album e si cominciò ovviamente con "Ma cosa vuoi che sia una canzone..." il suo primo album. Si dibatté su quale copertina... Io comprai quello che vedete sopra perché in qualche modo venni a sapere che era l'edizione originale.
Ricordo ancora la sensazione tornando a casa con il disco sotto il braccio. La voglia di "aprirlo" e di ascoltare quello che Vasco aveva da dire. C'era "E poi mi parli di una vita insieme" il cui ascolto rubacchiai dalle cuffiette del walkman (altro pezzo d'antiquariato) di una mia amica l'estate precedente... Estate in cui la vascomania stava germogliando.
Poi divenne un'abitudine mensile... Ogni mese l'acquisto di un album, fino a mettersi al pari.
E così fu non solo per Vasco, ma anche per Venditti e per gli Eagles. Di Venditti mi buttai più sulle musicassette, erano troppi gli album arretrati e ricordo ancora adesso il negoziante di Sonorama a Pegli che mi chiese se ero sicuro di voler proprio quella musicassetta. Stavo cercando, se non ricordo male "L'orso bruno" e direi che il negoziante non fosse proprio un estimatore dell'Antonello dal cappello di paglia bianco! Accidenti, come un flash mi è tornato alla mente il cappello di paglia bianco che portavo io (a scimmiottare Venditti) d'estate per andare al mare...

Oggi c'è internet, c'è il mulo, ci sono mille occasioni per ascoltare musica, addirittura nei negozi di musica ti metti il CD e lo ascolti e se ti va, magari lo compri, oppure arrivi a casa e lo scarichi. Si spendono molti meno soldi per la musica, ma stamattina, ascoltando una canzone alla radio, per un attimo mi è tornata alla mente la sensazione di aprire delicatamente la copertina di un nuovo disco, e mi è mancato il non poterlo più fare.

Buona malinconia a tutti.

2 commenti:

Verosimile ha detto...

Il fatto è che tutto diventa oggetto di consumo, un consumo che presto utilizza e presto butta. Però se penso che la mia prima musicassetta era dei Ricchi e Poveri, un po' mi vergogno.

Paolino ha detto...

Ciao Vero...
Io avevo una compagna delle elementari che ad ogni compleanno mi regalava una cassetta dei Ricchi e Poveri!!!
Quindi condividiamo questa comune vergogna!!!!

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